Blog del Profumo

Venchi: un esperimento olfattivo

Nel precedente articolo abbiamo visto come Venchi abbia trasformato il punto vendita in un’esperienza multisensoriale, dove il profumo di cioccolato gioca un ruolo centrale nel coinvolgere i sensi. Ma cosa accade quando questo elemento viene progettato, testato e misurato? Per scoprirlo, Venchi ha collaborato con un’agenzia specializzata in branding olfattivo per realizzare un esperimento volto a misurare l’impatto della fragranza ambientale sull’esperienza del cliente. Un test sul campo: metodo e obiettivi L’esperimento è stato condotto su quattro punti vendita Venchi, due dei quali allestiti con una fragranza ambientale esclusiva ispirata alle materie prime del brand: cacao, nocciola e zucchero caramellato. Gli altri due store, simili per flusso e layout, non presentavano alcuna profumazione ambientale, fungendo da gruppo di controllo. Obiettivo: capire come l’olfatto influenzi permanenza, percezione qualitativa, emozioni e decisioni d’acquisto. Oltre 300 clienti sono stati coinvolti attraverso interviste brevi, schede emozionali e un follow-up a distanza di 48 ore. I risultati: quando l’olfatto fa la differenza I dati emersi parlano chiaro: I clienti hanno descritto l’esperienza olfattiva come “avvolgente”, “calda” e “familiare”. Molti hanno riferito sensazioni di comfort, benessere e un coinvolgimento emotivo superiore rispetto ai negozi non profumati. Strategia invisibile, impatto misurabile Questo esperimento ha confermato che il marketing olfattivo non è solo suggestione, ma uno strumento strategico capace di influenzare in modo concreto il comportamento del consumatore. Il profumo agisce prima del pensiero razionale: attiva emozioni, rafforza il posizionamento del brand e trasforma un semplice acquisto in un’esperienza memorabile.

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Venchi: il cioccolato si respira

Entrare in una boutique Venchi non è solo un gesto d’acquisto, ma un’esperienza multisensoriale che coinvolge corpo e mente. La vista è catturata da cascate di cioccolato e confezioni dorate, l’udito da un sottofondo discreto, il tatto dal packaging elegante, il gusto dai prodotti iconici. Ma c’è un senso che guida tutto questo ancora prima di assaggiare: l’olfatto. Il profumo nei negozi Venchi accoglie il visitatore in modo avvolgente e istintivo, anticipando l’esperienza di gusto con note calde di cacao, nocciola, vaniglia e zucchero caramellato. Un’armonia aromatica che non solo stimola la salivazione e il desiderio, ma attiva la memoria emotiva, riportando alla mente ricordi di momenti felici, familiari, intimi. Un’atmosfera progettata per emozionare Quello che può sembrare solo “profumo di cioccolato nell’aria” è in realtà una scelta strategica precisa. Ogni aroma percepito all’interno dei punti vendita è studiato per rafforzare l’identità del brand e valorizzare l’esperienza d’acquisto. In contesti ad alta densità sensoriale come quelli di Venchi, l’olfatto agisce da collante: unisce, amplifica, fissa nella memoria. Il profumo contribuisce a: Quando l’olfatto guida la scelta La forza del marketing olfattivo applicato al food retail sta nella sua immediatezza: l’aroma giusto può guidare il comportamento d’acquisto prima ancora che la ragione intervenga. In Venchi, l’olfatto accompagna ogni passo, ogni sguardo, ogni decisione. Non è solo un elemento in più: è un attivatore silenzioso di emozioni e desideri. In questo contesto, il profumo è storytelling invisibile. Parla di artigianalità, di passione italiana, di ingredienti selezionati. E lo fa con un linguaggio istintivo, profondo, che arriva direttamente alle aree del cervello legate al piacere, alla memoria e alla decisi Il caso Venchi dimostra come anche nel mondo del food, e in particolare in quello del cioccolato, il marketing olfattivo può essere uno strumento potente di branding esperienziale. Non si tratta solo di “profumare l’ambiente”, ma di progettare un percorso emotivo che inizia prima ancora dell’assaggio e continua nella memoria. In un’epoca in cui i brand cercano connessioni autentiche con i propri clienti, il profumo diventa un ponte silenzioso ma potentissimo tra prodotto, emozione e identità. Perché il cioccolato, prima ancora di sciogliersi in bocca, si respira.

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Intimissimi: l’intimità che si respira

Intimissimi, brand italiano leader nel settore dell’intimo femminile, ha fatto dell’eleganza discreta e della sensualità quotidiana la propria firma distintiva. E non solo attraverso seta, pizzo e microfibra, ma anche grazie al profumo. In linea con la sua identità, il marchio ha scelto di integrare il marketing olfattivo nel concept retail per esaltare l’esperienza d’acquisto attraverso l’elemento più evocativo e sottile: l’olfatto. Appena si entra in negozio, si viene accolti da un aroma leggero e avvolgente: note di muschio bianco, fiori di cotone e vaniglia vellutata. Non si tratta di una semplice profumazione d’ambiente, ma di una vera e propria esperienza sensoriale pensata per trasmettere comfort, delicatezza e femminilità. Questa firma olfattiva è presente nei flagship store e in numerosi punti vendita monomarca. La diffusione è discreta ma costante, creando un’atmosfera riconoscibile e coerente con l’identità visiva e tattile del brand. Ma c’è di più: Intimissimi ha trasformato il profumo in un’estensione del brand. Oggi è possibile acquistare la fragranza sotto forma di home fragrance, candele e spray per tessuti, portando a casa quell’intimità olfattiva che si respira nei negozi. Una scelta strategica che ha generato risultati concreti: Il caso Intimissimi dimostra come il marketing olfattivo, se ben progettato, possa diventare parte integrante e distintiva dell’esperienza di brand. Il profumo non invade, ma accompagna.Non urla, ma seduce. È un sussurro che rimane sulla pelle della memoria.

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Two players engaged in a focused chess match with chess clock on table.

Dalla teoria alla pratica: come si crea un branding multisensoriale

Dopo aver esplorato il valore del branding multisensoriale negli articoli precedenti, passiamo alla parte più importante: come costruirlo davvero.Creare un’identità sensoriale non significa aggiungere stimoli, ma orchestrare un ecosistema coerente, capace di tradurre i valori del brand in sensazioni concrete.È un processo strategico, creativo e scientifico allo stesso tempo. Ecco come si progetta, passo dopo passo, un branding multisensoriale efficace e memorabile. 1) Definire il nucleo emotivo del brand Ogni scelta sensoriale parte da una domanda fondamentale:Quali emozioni deve evocare il brand? Questo “cuore emotivo” è la bussola che guiderà tutte le scelte successive.Senza questa definizione, il multisensoriale rischia di diventare frammentato e incoerente. 2) Tradurre l’identità in linee guida sensoriali Una volta definita l’intenzione emotiva, si passa alla traduzione concreta in parametri percepibili. Palette colori, materiali, forme, pattern, luminosità: tutto deve rispecchiare il tono emotivo del brand. Musiche, frequenze, ritmo, intensità, tono di voce: ogni elemento sonoro deve rafforzare l’atmosfera. Texture, superfici, temperature, tessuti: il tatto è l’ancora fisica che dà realtà all’esperienza. La firma olfattiva deve essere progettata come sintesi sensoriale dei valori del brand:fresca, dolce, legnosa, elegante, avvolgente, luminosa, rassicurante… È ciò che “fissa” l’esperienza nella memoria. Ogni senso deve esprimere coerenza. 3) Progettare la customer journey attraverso i sensi L’esperienza non è statica: si evolve nello spazio e nel tempo.Si definiscono quindi i momenti sensoriali: 4) Creare coerenza su tutti i touchpoint La forza del branding multisensoriale sta nella continuità. Store, reception, uffici, packaging, eventi: tutto deve parlare la stessa lingua sensoriale.L’obiettivo è che il cliente riconosca il brand anche a occhi chiusi. 5) Integrare l’olfatto come filo conduttore La fragranza è l’elemento che unisce tutti gli altri.La sua funzione non è identitaria: è ciò che rende l’esperienza un mondo, non un insieme di stimoli separati. Un’mpronta olfattiva può accompagnare il brand ovunque: negli spazi fisici, nei materiali, negli eventi, nelle esperienze private e nei digital touchpoint (packaging, unboxing, prodotti correlati). Il branding multisensoriale è un processo strategico, fatto di scelte precise e coerenti, capaci di trasformare valori astratti in sensazioni concrete. La vista attira.Il suono avvolge.Il tatto radica.L’olfatto rimane. È dall’unione di questi elementi che il branding multisensoriale prende vita.

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Il Branding Multisensoriale: come integrare vista, suono e soprattutto olfatto nella costruzione dell’identità di un brand

Il modo in cui le persone vivono un brand è cambiato radicalmente. Non basta più un logo, un colore o un messaggio: ciò che dà forma a un’identità oggi è l’esperienza che il brand crea attorno a sé.Ed è proprio da questa trasformazione che nasce il branding multisensoriale, un approccio che coinvolge i sensi per costruire legami più profondi, immediati e memorabili. Il marketing moderno non si limita a comunicare un valore: lo traduce in sensazioni.E i sensi, soprattutto l’olfatto, sono gli strumenti più potenti per farlo. Vista: il senso che apre la porta all’esperienza La vista è ancora il primo canale attraverso cui entra in gioco la percezione. Colori, forme, proporzioni e materiali raccontano l’essenza del brand e trasmettono un messaggio immediato sulla sua personalità. Ciononostante, in un mondo dominato da immagini e stimoli visivi, il valore della vista cambia: non è più sufficiente a garantire attenzione o memorabilità. Inoltre, il cervello tende a filtrare ciò che vede. Il ruolo della vista, quindi, non è creare da sola l’esperienza, ma fornire il contesto visivo entro cui gli altri sensi possono agire. Suono: la dimensione che definisce ritmo ed emozione Il suono, musica, toni di voce, rumori ambientali, agisce su un piano meno razionale e più inconscio.Le neuroscienze hanno dimostrato che determinati pattern sonori possono modificare il ritmo cardiaco, lo stato d’allerta o la sensazione di comfort. Le atmosfere sonore creano ritmo, intensità, profondità: modellano il modo in cui viviamo uno spazio e percepiamo il tempo. La scelta del tono di voce, della musica ambientale o anche del “silenzio” strategico è parte integrante dell’identità sensoriale.Nel branding multisensoriale, il suono dà temperatura emotiva all’esperienza. Olfatto: la firma invisibile che rende il brand memorabile Tra tutti i sensi, l’olfatto è quello con il maggiore impatto emotivo e mnemonico.È l’unico senso a raggiungere direttamente il sistema limbico (sede di emozioni e memorie) senza essere filtrato dal pensiero razionale. Per questo una fragranza ben creata può definire un luogo con una forza che nessun’immagine o suono può eguagliare. Nel branding multisensoriale, il profumo svolge un ruolo cruciale: In un’esperienza multisensoriale, l’olfatto non completa semplicemente ciò che la vista e il suono hanno iniziato: lo radica, stabilizzando nell’emotività ciò che altrimenti resterebbe un’impressione superficiale. La forza del multisensoriale: coerenza e profondità Quando vista, suono e olfatto sono allineati alla stessa intenzione emotiva, il brand non viene più percepito come una somma di elementi, ma come un mondo coerente.Il cervello, infatti, non elabora i sensi in modo isolato: costruisce significati integrando tutte le informazioni che riceve in un’unica esperienza complessiva. Questo è il cuore del branding multisensoriale: non aggiungere stimoli, ma creare una narrazione sensoriale che renda il brand un luogo riconoscibile, immersivo e memorabile. Il branding multisensoriale è la naturale evoluzione del marketing esperienziale: permette di trasformare i valori di un brand in sensazioni, emozioni e ricordi reali. Integrare i sensi è un modo per rendere il brand più umano, più percepibile e più vicino alle emozioni delle persone. Se il marketing esperienziale dà forma all’identità, il branding multisensoriale le dà profondità.

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Close-up black and white image of a phrenology head with brain sections labeled.

Il Marketing Olfattivo e le Neuroscienze: perché il profumo guida emozioni, memoria e decisioni

Nel precedente articolo abbiamo visto come il marketing stia evolvendo da un modello basato sui messaggi a uno fondato sulle esperienze. In questo nuovo scenario l’olfatto emerge come uno dei canali più potenti ed efficaci.Ma perché il profumo è così incisivo? La risposta si trova nelle neuroscienze: il modo in cui il cervello elabora gli odori è unico e profondamente diverso dagli altri sensi. L’olfatto: l’unico senso con accesso diretto alle emozioni A differenza della vista e dell’udito, che vengono elaborate nelle aree corticali più razionali, l’olfatto compie un percorso molto più rapido e istintivo.Quando annusiamo qualcosa, l’informazione arriva direttamente: Questa “corsia preferenziale” spiega perché un profumo possa toccarci in pochi millisecondi, prima che la ragione abbia il tempo di intervenire. È un linguaggio primordiale, immediato, ancestrale: il primo che impariamo a riconoscere e l’ultimo che perdiamo nel corso della vita. Il profumo come attivatore emotivo Le neuroscienze confermano che gli odori influenzano l’umore in modo quasi istantaneo. Alcuni studi dell’International Journal of Neuroscience dimostrano che determinate molecole aromatiche possono: Questo perché i profumi non si limitano a “piacere”: attivano risposte fisiologiche reali, dalla frequenza cardiaca alla tensione muscolare, fino alla produzione di neurotrasmettitori come serotonina e dopamina. Per un brand, questo significa poter influenzare la predisposizione emotiva del cliente prima ancora che prenda una decisione consapevole. Memoria: il senso che resta La memoria olfattiva è la più forte e la più resistente nel tempo. Alcune ricerche stimano che un ricordo legato a un profumo possa rimanere vivido per decenni.Questo accade perché l’olfatto parla lo stesso linguaggio dei ricordi: quello emotivo. Un profumo può riportare alla mente un luogo, un’esperienza o una sensazione con una precisione sorprendente.Per le aziende, questo significa che una signature scent non è solo un dettaglio estetico: è un investimento identitario. Ogni volta che quella fragranza verrà percepita, anche a distanza di anni, riattiverà il legame con il brand. È una forma di branding invisibile, ma profondamente incisiva. Decisioni: come gli odori orientano i comportamenti L’olfatto non si limita a evocare ricordi ed emozioni: influisce in modo diretto sulle decisioni. Diversi studi di neuroeconomia e consumer behavior mostrano che una fragranza coerente con il brand: Il profumo, dunque, non è solo “atmosfera”: è un driver comportamentale.Agisce sul modo in cui valutiamo un prodotto, sulla nostra sensazione di benessere e sulla volontà di tornare. In altre parole: ciò che annusiamo modella ciò che decidiamo. Il marketing olfattivo è efficace perché dialoga con la parte più profonda e autentica del cervello umano. Emozioni, memorie e decisioni non nascono nella razionalità, ma nelle aree in cui il profumo è protagonista assoluto. E mentre i brand cercano nuove strade per creare connessioni significative, l’olfatto offre un vantaggio unico: è il senso che arriva più lontano, più velocemente e più intensamente. Se il marketing esperienziale dà forma al mondo del brand, il profumo è ciò che lo rende vivo nella mente e nel cuore delle persone.

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A diverse group of people engrossed in their smartphones, highlighting modern social connectivity.

Dal marketing trdizionale al marketing esperienziale: perché l’olfatto è diventato un canale essenziale

Negli ultimi articoli abbiamo visto come il marketing olfattivo trasformi l’esperienza nei diversi settori: hotel, retail, fitness, brand iconici. Ogni esempio mostrava una verità sempre più evidente: il profumo non è un accessorio, ma una leva strategica capace di influenzare percezioni, emozioni e comportamenti. Per comprendere perché l’olfatto sia diventato così centrale, occorre guardare a come è cambiato il marketing stesso. Da un modello basato sull’esposizione di messaggi, si è evoluto verso la creazione di esperienze immersive.Ed è in questo nuovo paradigma che l’olfatto rivela tutta la sua forza: un linguaggio sensoriale capace di comunicare là dove gli altri canali faticano. Il paradosso della comunicazione moderna Oggi siamo immersi in un flusso continuo di immagini, video e notifiche che competono costantemente per la nostra attenzione. La vista è diventata il senso più sfruttato, e il più affaticato.Il risultato è un paradosso evidente: comunichiamo di più, ma siamo ascoltati di meno. In un contesto saturo di stimoli, i messaggi visivi si confondono, si sovrappongono, si diluiscono, perdendo forza e significato. Tutto è progettato per catturare lo sguardo, ma proprio per questo sempre meno riesce davvero a lasciare un segno. È qui che l’olfatto trova spazio.In un mondo in cui gli occhi sono stanchi, il profumo diventa un canale libero, pulito e immediato: un linguaggio silenzioso che raggiunge direttamente le emozioni, creando connessioni profonde che i brand non possono più ignorare. Perché un brand deve creare esperienze, non campagne Una campagna parla.Un’esperienza coinvolge. Il consumatore di oggi non si limita più a osservare un brand: vuole sentirlo, viverlo, riconoscersi in un’atmosfera che superi il prodotto e il messaggio pubblicitario. Il marketing esperienziale nasce proprio da questa esigenza. Non basta più comunicare valori: bisogna renderli tangibili, memorabili, percepibili attraverso i sensi.Le persone ricordano molto meno ciò che vedono rispetto a ciò che provano. Per questo un’esperienza ben costruita può trasformare un semplice contatto in un ricordo duraturo, in un legame autentico. Creare ambienti multisensoriali non è più un vezzo creativo, ma una scelta strategica: sono le esperienze a definire la percezione di un brand e a costruire connessioni che nessuna campagna tradizionale può replicare. Perché l’olfatto è la chiave del marketing esperienziale Tra tutti i sensi, l’olfatto è quello che genera il legame più rapido e profondo. Un profumo non richiede interpretazione: arriva direttamente alle emozioni, influenzando l’umore, la percezione di uno spazio e la qualità dell’esperienza vissuta. È un linguaggio immediato, capace di trasformare un ambiente anonimo in un luogo accogliente e riconoscibile. Per questo l’olfatto è diventato la colonna portante del marketing esperienziale. Una fragranza ben studiata rende un brand unico, memorabile e coerente in ogni punto di contatto. Aumenta il benessere, prolunga la permanenza, rafforza l’identità e crea ricordi che continuano a vivere anche al di fuori dello spazio fisico. Il marketing olfattivo non aggiunge semplicemente qualcosa all’esperienza: la definisce.È l’elemento che permette ai brand di costruire atmosfere, emozioni e significati in modo naturale, silenzioso e profondamente coinvolgente. L’evoluzione del marketing dimostra che non basta più comunicare valori: bisogna trasformarli in esperienze.E tra tutti i sensi, l’olfatto è quello che permette ai brand di creare connessioni intime, immediate e memorabili. Perché, alla fine, i brand vincenti saranno quelli che sapranno “creare mondi”, non messaggi.

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I benefici concreti del marketing olfattivo nel settore alberghiero

In un mercato dell’ospitalità dove le esperienze tendono a uniformarsi, la fragranza giusta diventa la firma invisibile che distingue, emoziona e fidelizza. Il marketing olfattivo non è un semplice dettaglio estetico, ma un investimento strategico che agisce sulla percezione, la memoria e il comportamento del cliente, generando vantaggi concreti e duraturi per il brand. 1. Miglioramento dell’esperienza dell’ospite e del comfort Il primo impatto sensoriale è determinante nella costruzione dell’esperienza di soggiorno.Profumare la hall o le aree comuni non è una scelta estetica, ma un gesto strategico: la via olfattiva è la più diretta verso il cervello emotivo e può evocare felicità, calma e senso di benessere in pochi secondi. 2. Branding e fidelizzazione del cliente Il profumo agisce come un ambasciatore silenzioso del brand, capace di trasformare una semplice permanenza in un ricordo emozionale. Il marketing olfattivo rappresenta quindi un vantaggio competitivo invisibile ma decisivo per l’ospitalità contemporanea.Agendo su percezione, memoria e comportamento, il profumo diventa un elemento di valore reale, capace di elevare la qualità dell’accoglienza e di rafforzare il legame emotivo tra ospite e struttura. L’accoglienza, dopotutto, comincia sempre da ciò che si respira.

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Il marketing olfattivo nell’industria alberghiera: quando l’acccoglienza passa dal profumo

Nel mondo dell’hotellerie, ogni dettaglio contribuisce a costruire la percezione del cliente. Oltre al design, alla qualità del servizio e alla cortesia del personale, anche il profumo ambientale gioca oggi un ruolo strategico nel definire l’esperienza complessiva dell’ospite.Il marketing olfattivo è diventato, infatti, uno degli strumenti più potenti per rafforzare l’identità del brand, migliorare il benessere percepito e incrementare la fidelizzazione. L’olfatto: il senso della memoria e delle emozioni L’olfatto è il senso più direttamente collegato alla memoria e alle emozioni. Un aroma piacevole, percepito al momento dell’ingresso in hotel, può generare una sensazione immediata di accoglienza, cura e armonia.Fragranze come lavanda, vaniglia, agrumi o note verdi favoriscono calma, freschezza e positività, influenzando l’umore e il comportamento degli ospiti fin dal primo istante. Un’identità che si respira Molti hotel scelgono di sviluppare una firma olfattiva esclusiva: una fragranza unica e riconoscibile che rappresenta la personalità del brand e accompagna l’ospite in tutti i punti di contatto.Come un logo o un colore istituzionale, il profumo diventa così un elemento distintivo, capace di evocare ricordi e sensazioni anche a distanza di tempo. La coerenza è essenziale: la fragranza deve rispecchiare lo stile architettonico, il target e il posizionamento della struttura.Un hotel moderno sul mare, ad esempio, potrà scegliere una profumazione fresca e marina; al contrario, un palazzo storico o un resort di montagna potrà valorizzarsi con aromi caldi, legnosi o ambrati, che trasmettono eleganza e intimità. Atmosfere sensoriali in ogni area Il marketing olfattivo non si limita alla hall: la profumazione ambientale può essere calibrata in base alla funzione di ogni spazio, creando un percorso sensoriale coerente e armonioso.Ecco alcuni esempi di applicazione: Come l’illuminazione o la musica, anche il profumo è parte integrante di un progetto di accoglienza multisensoriale, in cui ogni elemento dialoga con gli altri per creare un’esperienza coerente e immersiva. Il marketing olfattivo non è più un semplice accessorio, ma una leva strategica di branding e accoglienza.Profumare un ambiente significa comunicare valori, emozioni e attenzione ai dettagli. Significa costruire un linguaggio sensoriale coerente che accompagna l’ospite in ogni momento del soggiorno, trasformandolo in un’esperienza autentica e memorabile.

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Nike: l’energia ha un odore

Nike non è solo un brand: è un simbolo di energia, movimento e ambizione. Da sempre la sua forza comunicativa va oltre il prodotto, costruendo esperienze capaci di motivare, ispirare e spingere all’azione. Negli anni 2000, l’azienda ha compiuto un passo ulteriore, introducendo il marketing olfattivo come strumento per rafforzare la propria identità nei negozi e negli eventi. Il profumo della performance Cosa significa “dare odore” alla performance? Per Nike, ha significato collaborare con esperti di branding sensoriale e creare fragranze pensate per trasmettere energia pura: note agrumate e frizzanti, che accendono vitalità; tocchi mentolati ed eucaliptati, che rinfrescano e tonificano; sfumature ozoniche e marine, che evocano aria pulita e leggerezza. Profumi studiati per dialogare con il corpo e la mente, per trasformare una semplice visita in negozio in un’esperienza multisensoriale. Una strategia pensata nei dettagli Queste fragranze non venivano diffuse ovunque in modo indistinto: Nike le collocava con precisione in punti strategici, come i camerini, le aree dedicate alle calzature o gli ingressi dei flagship store. L’obiettivo era chiaro: far respirare al cliente l’atmosfera stessa del brand. In quel momento, lo spazio non era più solo un punto vendita: diventava il palcoscenico dell’esperienza Nike. L’esperimento che ha fatto scuola Per comprendere davvero il potere del profumo, Nike decise di condurre un esperimento. In collaborazione con la Smell & Taste Research Foundation, creò due ambienti identici, entrambi allestiti allo stesso modo, con gli stessi articoli, la stessa musica e uguale servizio. L’unica differenza? In uno dei due locali l’aria era neutra, nell’altro si diffondeva una fragranza fresca e rigenerante. Il risultato fu sorprendente: l’84% dei clienti scelse le scarpe del negozio profumato, giudicandole migliori nonostante fossero identiche. L’intenzione di acquisto aumentò dell’80%, i prodotti vennero percepiti come di valore superiore (+20%) e i clienti si dichiararono persino disposti a pagare fino al 10% in più. Non solo: tendevano a trattenersi più a lungo nello spazio, come se quell’ambiente li stimolasse e li accogliesse al tempo stesso. In quel momento, Nike dimostrò che un profumo invisibile poteva trasformare la percezione tangibile del brand, agendo direttamente sulle emozioni e sui comportamenti d’acquisto. Conclusioni Il profumo è un linguaggio sottile ma potentissimo, capace di imprimersi nella memoria dei clienti. Il caso Nike è la dimostrazione che il marketing olfattivo non è un dettaglio decorativo, ma una leva strategica. In un contesto come quello sportivo, dove energia e performance sono al centro, il profumo diventa parte integrante della narrativa di marca: un filo invisibile che collega l’esperienza al celebre invito del brand, Just Do It. Con la forza del profumo, Nike ha insegnato che la motivazione può avere un suono, un colore, un ritmo… e sì, persino un odore

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