Dalla teoria alla pratica: come si crea un branding multisensoriale

Dopo aver esplorato il valore del branding multisensoriale negli articoli precedenti, passiamo alla parte più importante: come costruirlo davvero.
Creare un’identità sensoriale non significa aggiungere stimoli, ma orchestrare un ecosistema coerente, capace di tradurre i valori del brand in sensazioni concrete.
È un processo strategico, creativo e scientifico allo stesso tempo.

Ecco come si progetta, passo dopo passo, un branding multisensoriale efficace e memorabile.

1) Definire il nucleo emotivo del brand

Ogni scelta sensoriale parte da una domanda fondamentale:
Quali emozioni deve evocare il brand?

  • Calma o energia?
  • Raffinatezza o accessibilità?
  • Innovazione o tradizione?
  • Calore o minimalismo?

Questo “cuore emotivo” è la bussola che guiderà tutte le scelte successive.
Senza questa definizione, il multisensoriale rischia di diventare frammentato e incoerente.

2) Tradurre l’identità in linee guida sensoriali

Una volta definita l’intenzione emotiva, si passa alla traduzione concreta in parametri percepibili.

  • Vistala cornice visiva

Palette colori, materiali, forme, pattern, luminosità: tutto deve rispecchiare il tono emotivo del brand.

  • Suonola temperatura emotiva

Musiche, frequenze, ritmo, intensità, tono di voce: ogni elemento sonoro deve rafforzare l’atmosfera.

  • Tattola componente materica

Texture, superfici, temperature, tessuti: il tatto è l’ancora fisica che dà realtà all’esperienza.

  • Olfattola firma emotiva

La firma olfattiva deve essere progettata come sintesi sensoriale dei valori del brand:
fresca, dolce, legnosa, elegante, avvolgente, luminosa, rassicurante… È ciò che “fissa” l’esperienza nella memoria.

Ogni senso deve esprimere coerenza.

3) Progettare la customer journey attraverso i sensi

L’esperienza non è statica: si evolve nello spazio e nel tempo.
Si definiscono quindi i momenti sensoriali:

  • Ingresso → primo impatto emotivo
  • Permanenza → comfort, atmosfera, ritmo
  • Interazione → materiali, prodotti, persone
  • Attesa → suoni e profumi rassicuranti
  • Uscita → ricordo finale, impressione che resta

4) Creare coerenza su tutti i touchpoint

La forza del branding multisensoriale sta nella continuità. Store, reception, uffici, packaging, eventi: tutto deve parlare la stessa lingua sensoriale.
L’obiettivo è che il cliente riconosca il brand anche a occhi chiusi.

5) Integrare l’olfatto come filo conduttore

La fragranza è l’elemento che unisce tutti gli altri.
La sua funzione non è identitaria: è ciò che rende l’esperienza un mondo, non un insieme di stimoli separati.

Un’mpronta olfattiva può accompagnare il brand ovunque: negli spazi fisici, nei materiali, negli eventi, nelle esperienze private e nei digital touchpoint (packaging, unboxing, prodotti correlati).


Il branding multisensoriale è un processo strategico, fatto di scelte precise e coerenti, capaci di trasformare valori astratti in sensazioni concrete.

La vista attira.
Il suono avvolge.
Il tatto radica.
L’olfatto rimane.

È dall’unione di questi elementi che il branding multisensoriale prende vita.

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